Libro consigliato: Codice Libero

Ebbene si, lo ammetto…. Non avevo mai letto Codice Libero, la biografia di Richard M. Stallman.
So che questa è una grossa pecca, ma non mi era mai venuto la giusta voglia, fino a quando, qualche settimana fa ho saputo che il santone del Progetto GNU, sarebbe venuto in italia.
Ho quindi comprato il libro (sono un feticcio della carta, un libro lo devo possedere) e visto che alla fine non sarei riuscito a vederlo ho deciso di usare questa settimana per leggere la sua storia.

Codice libero
Dalla sua lettura ho estratto due citazioni per me interessanti:

  • Paragone tra Grateful Dead e Modello commerciale Software Libero:

    L’analogia con i Grateful Dead è assolutamente pertinente. Nel descrivere le opportunità commerciali inerenti al modello del software libero, non di rado Stallman si è riferito a quell’esempio. Rifiutando di limitare le registrazioni amatoriali dei concerti dal vivo, i Grateful Dead sono diventati molto più di un gruppo rock. Sono divenuti il centro di una comunità tribale dedicata alla loro musica. Con il passare del tempo tale comunità ha assunto proporzioni talmente ampie, confermando al contempo la propria devozione, che il gruppo ha rinunciato ai contratti con le case discografiche per affidarsi unicamente alle entrate dei concerti e dei tour dal vivo. Nel 1994, ultimo anno delle apparizioni sul palco, i Grateful Dead avevano incassato 52 milioni di dollari soltanto con i biglietti venduti ai concerti.

  • Differenza tra Copyright e Brevetti nel Software:

    La differenza tra la tutela di un programma sotto copyright e quella di uno coperto da brevetto è sottile ma significativa. Nel primo caso, chi ha creato il software può vietare la duplicazione del codice ma non quella dell’idea o della funzionalità cui si riferisce quel codice. In altri termini, se uno sviluppatore sceglie di non usare un programma tutelato dai termini imposti dall’autore originale, gli resta comunque la libertà di operare il cosiddetto “reverse-engineering” — ovvero, riprodurne le funzionalità scrivendo nuovamente il codice partendo da zero. Si tratta di una duplicazione delle idee assai comune nell’industria del software commerciale, dove spesso le aziende isolano i gruppi a cui affidano tali operazioni, per evitare l’accusa di spionaggio aziendale o possibili scambi tra gli sviluppatori. Nel gergo dell’odierno sviluppo informatico, ci si riferisce a questa tecnica col termine di ingegneria in “locali senza polvere.”

    I brevetti sul software operano in maniera diversa. Secondo l’omonimo ufficio statunitense, aziende e individui possono brevettare ogni nuovo algoritmo purché lo sottopongano a una revisione pubblica. In teoria, ciò consente al possessore di quel brevetto di trattare la diffusione dell’invenzione con un monopolio limitato a 20 anni dalla data di presentazione della richiesta. In pratica, tale diffusione riveste un valore minimo, poiché spesso l’operatività del programma si spiega da sé. Contrariamente al copyright, un brevetto offre a chi lo detiene la possibilità di impedire lo sviluppo indipendente di un programma dotato di funzionalità identiche o analoghe.

    Nell’industria del software, dove 20 anni posso arrivare a coprire l’intero arco di vita di un mercato, i brevetti assumono connotati strategici. Laddove aziende quali la Microsoft e la Apple una volta si facevano guerra sul copyright e sull’aspetto tipico di varie tecnologie, le società odierne su Internet ricorrono ai brevetti, poiché sono uno strumento atto a bloccare applicazioni individuali e modelli commerciali, come rivela il noto caso di Amazon.com, che nel 2000 tentò di brevettare il procedimento per effettuare acquisti rapidi online denominato “one-click”. Ma per la maggior parte delle società i brevetti sul software sono divenuti uno strumento difensivo, dove gli scambi di licenze servono a pareggiare la quantità di brevetti posseduti da una corporation contro quelli di un’altra. Tuttavia in alcuni importanti casi riguardanti la crittografia e gli algoritmi per immagini grafiche, alcuni produttori di software sono riusciti a bloccare determinate tecnologie concorrenti.

Il libro, rilasciato sotto GFDL è disponibile anche per essere letto in formato elettronico.
http://it.wikisource.org/wiki/Codice_Libero

Per chi non lo avesse ancora fatto buona lettura a tutti, o come dice RMS: Happy Hacking!

Gabba Gabba Hey
Bonzo